mercoledì 23 novembre 2011

L’ Avvento nei tuoi sogni

La penna sporca il foglio e le parole non escono. Vorrei parlare di “attesa”; di questo ci parla l’Avvento che si apre. Solo che troppo spesso i volti che incontriamo non attendono più nulla. E non solo perché il dolore li ha inchiodati alla rassegnazione. I più hanno semplicemente troppo: troppe cose, troppe parole, troppa confusione, troppa trasgressione, troppi messaggi, troppo di tutto ciò che vogliono … o che credono di volere. E hanno perso le ali dei sogni. Sì, perché sognare mette le ali: se attendi qualcosa, se la vuoi veramente le voli incontro. Ma se hai tutto ciò che credi di volere e ti accontenti di un ammasso di cose, tu il cielo non lo guardi nemmeno.

Tutti gli uomini grandi hanno sognato, atteso, sperato qualcosa che ancora non c’era o non c’era in pienezza, e a costo di tutto hanno inseguito, raggiunto ciò che attendevano. I santi attendono Dio, attendono il suo regno già qui sulla terra, e spesso il mondo li giudica pazzi o ingenui o sognatori. Forse sono semplicemente poveri e sanno di esserlo; a loro non bastano i voli a bassa quota di questo mondo. Solo chi è povero attende qualcosa, solo chi è vuoto può essere riempito. Il cammino per imparare ad attendere è quindi un cammino contrario alla logica del mondo; è un cammino alla scoperta della nostra povertà che grida di essere colmata.

Il problema però è che in fondo tutti siamo poveri, ma la maggior parte della gente fa di tutto per dimenticarsene e vive saltellando da un desiderio meschino all’altro, mentre potrebbe volare libero nel cielo. Prima di riempire le tue borse di regali, in questo Avvento, fermati ad ascoltare i tuoi sogni, le tue attese e le tue speranze, scopri che neanche a te bastano gli orizzonti bassi della mediocrità. Non sono bastati a Maria, la più povera fra i poveri, la Vergine dell’Attesa; e la sua sete ha attirato sulla terra il Dono più grande. Invocala in questo Avvento, e ascolta la sua povertà: troverai la tua strada. 
Attilio Fasano

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Niente volgarità