venerdì 3 dicembre 2010

AVVENTO: TEMPO DELL’ACCOGLIENZA


In questo momento storico sentiamo il bisogno di futuro; abbiamo bisogno di prospettive, abbiamo bisogno di speranza.  La situazione politica ci ha tolto anche l’illusione che una ideologia o un uomo carismatico possa salvarci dal degrado e dalla  prepotenza che produce violenza, schiavitù e povertà.
La scienza, con il suo mito del progresso infinito: ha rivelato il suo volto nascosto che produce inquinamento e distrugge il “sistema natura”, dove l’uomo non trova più la bellezza e la salute, ma solo spazio per soddisfare la sua ingordigia di ricchezza.
Noi cristiani siamo chiamati dallo Spirito Santo di Dio ad esercitare la profezia della speranza. Svegliamo l’aurora della speranza  nelle nostre coscienze intiepidite e indifferenti e accogliamo il Sole che viene dall’alto, il Messia di Dio. Accogliere oggi Cristo nelle nostre esistenze, nei nostri luoghi è accogliere nel tempo l’amore eterno del Padre che nel Figlio vuole entrare nel vissuto di ogni uomo. L’Avvento è desiderare far entrare nella realtà Dio: è il tempo permanente della fede in cui si fa l’esperienza di entrare nella relazione intima con Dio. L’Avvento è il tempo speciale in cui si alimenta la lampada della fede nella Parola di Dio che bussa, per farla agire già ora nel quotidiano di ciascuno. Questo tempo liturgico ci ricorda l’atteggiamento che ogni cristiano deve avere per fare l’esperienza dell’amicizia misericordiosa di Dio: aprire la propria coscienza  alla novità di Dio, accorgersi della presenza di Dio che viene ogni giorno nella propria vita.
Per accogliere Cristo che cerca di entrare nella esistenza  di ciascuno è necessario acquisire un atteggiamento di attesa, di apertura al soprannaturale, di distacco affettivo ed effettivo dal possesso delle cose materiali, che possono essere idoli che non fanno nascere il Divino amore nella nostra vita.
Siamo disponibili al Signore che viene? Dunque apriamoci  a Dio che viene a liberarci dal nostro grigiore e andiamogli incontro nel preparargli, nelle nostre anime,  uno spazio di silenzio e di preghiera, perché possiamo convertire la nostra vita dai piccoli obiettivi di potere e piacere agli orizzonti dell’amore di Dio. Accorgiamoci che Dio è nell’umanità di Cristo e nell’umanità di ogni uomo che bussa a ciascuno di noi per  essere accolto.
Buon Avvento
Don Franco

“In laudem gloriae”



Lo scorso 2 Ottobre il nostro Padre Arcivescovo ha convocato i sacerdoti e tutti i fedeli nella cripta della nostra Cattedrale, per dare a tutta la Comunità ecclesiale della Diocesi l’annuncio solenne che Papa Benedetto XVI ha eletto il nostro caro Don Vito Angiuli, Vescovo della Diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca.
È stato un momento di grande gioia ed intensità, non solo perché l’elezione di un nuovo vescovo è un evento al quale si assiste di rado, ma anche per la vicinanza e l’amicizia che Don Vito ha donato con semplicità e discrezione, in maniera particolare alla nostra Comunità parrocchiale, in questi anni.
A questa amicizia sentiamo di rispondere, in questo momento così importante per la sua vita, con altrettanta stima, affetto, ma soprattutto con la preghiera.
Ogni ministero è un segno della benevolenza e della provvidenza di Dio per la sua Chiesa, ma in maniera particolare attraverso il ministero episcopale, il Signore continua a donarci la sua amorevole presenza perché guidato, istruito e santificato nella via del Vangelo, tutto il popolo di Dio possa lodarlo con la sua vita.
Le stesse parole che Don Vito ha scelto come suo motto episcopale, “In laudem gloriae”, tratte dall’inno della Lettera di San Paolo agli Efesini (Ef 1,6.12.14), ci aiutano ad esprimere nel modo migliore la gratitudine e la preghiera a Dio, nostro Padre, e al Signore Gesù, nostro Pastore, perché il ministero che Don Vito è stato chiamato ad assumere, così alto e impegnativo, vada tutto a lode della gloria di Dio.
Negli ultimi due anni ho potuto condividere con Don Vito l’esperienza della fraternità sacerdotale nella Canonica della nostra Cattedrale, così come anche il suo essere riferimento per la formazione dei giovani sacerdoti della nostra Diocesi e ringrazio Dio per le doti e la sensibilità umane e spirituali che ha ricevuto in dono. Tutta la comunità, del resto, ha potuto apprezzarle in più occasioni. In questo momento vorrei ricordarne due: il suo mettersi in gioco nella serata dedicata alla poesia, organizzata dall’equipe culturale quasi un anno fa (se non ricordo male la sua poesia era intitolata “Come nel dì di festa”), ma soprattutto la testimonianza che ha dato nel giorno dei funerali di Don Tonino Ladisa, suo amico carissimo e a noi tutti altrettanto caro, con la splendida lettera di commiato che ha letto al termine della Messa e che credo tutti ricordiamo con grande commozione.
Ed ora che la Chiesa lo chiama ancora una volta a pronunciare il suo “eccomi”, sentiamo ancora più forte la gioia di affidare la sua vita e il suo ministero al cuore immacolato di Maria, la Nostra Madre Odegitria (venerata nella sua nuova diocesi col titolo di Santa Maria De Finibus Terrae), perché lo accompagni e lo sostenga nel pascere il gregge di Dio che gli è stato affidato secondo il cuore di Cristo.
Auguri Don Vito.
Don Alessandro