venerdì 23 dicembre 2011

Il Sentiero del Mago…

Mi sono recentemente cimentato nell’appassionante lettura del poema epico “Gli Idilli del Re” nel quale, Alfed Tennyson , grande poeta inglese dell’800, rivisita una delle più incantevoli relazioni che siano mai state descritte nei secoli passati: quella fra Merlino e il giovane Artù nella grotta di cristallo.
Il punto di vista di questo libro e di altri testi sul ciclo arturiano, è che la grotta di cristallo è un luogo privilegiato del cuore umano. Il rifugio sicuro dove la voce della saggezza non conosce paura e il tumulto del mondo esterno non può entrare. C'è sempre stato un mago nella grotta di cristallo e continuerà ad esserci in eterno: bisogna solo entrarci e disporsi ad ascoltare.
Con parole non mie e prendendo spunto da varie interpretazioni, mi accingo a farvi varcare l’uscio di questa grotta, con la speranza che possiate abbeverarvi all’antica saggezza di questi insegnamenti. Avanti dunque, eccovi la prima lezione.
Disse Merlino ad Artù: “Vi è un insegnamento chiamato sentiero del mago. Ne hai mai sentito parlare?" Il giovane Artù sollevò lo sguardo dal falò che stava cercando di accendere e rispose : "No, non ne ho mai sentito parlare.  Maghi? Vuoi dire gente che agisce in modo diverso da noi?" "No, fanno come noi" riprese Merlino. "Io sono l'ultimo a conoscere questo sentiero e forse tu sarai l'ultimo ad apprenderlo". Artù alzò gli occhi dal fuoco e, attratto dal fascino di quel nuovo messaggio, pensò tra sé:  “Merlino un mago?” Non gli era mai venuta in mente una cosa del genere. I due erano vissuti tutti soli nella foresta e nella grotta di cristallo e Artù, che aveva circa dieci anni , non ricordava di aver mai conosciuto altre persone oltre a Merlino.
"Vedi, presto te ne andrai da qui" proseguì Merlino. "Andarmene? Che cosa vuoi dire?" domandò il giovane.
 "Ti mando nella palude, o, come dicono i mortali, nel mondo. Per tutti questi anni ti ho tenuto lontano dalla palude e ti ho insegnato qualcosa che non devi dimenticare, il sentiero del mago". Poi davanti a lui comparve un grosso blocco di pietra da cui fuoriusciva in parte una spada. “Che cos’è?” domandò turbato Artù. “Nulla” rispose Merlino. “Ma non te la dimenticare”. Poco dopo, la visione della spada nella roccia cominciò a svanire ed il ragazzo ebbe voglia di piangere. Aveva compreso che quell’apparizione era il saluto di Merlino, il segno dell’addio e l’inizio di un nuovo cammino.
Dopo qualche tempo, infatti, si ritrovò a Londra in una nevosa mattinata natalizia, fuori della cattedrale dove la spada nella roccia era misteriosamente riapparsa. Fra lo stupore della folla estrasse la spada (impugno il suo destino) e proclamò il diritto ad essere re vivendo ed insegnando i segreti che aveva appreso dal suo maestro e ponendosi a capo di una compagnia di cavalieri, votata al bene comune, intesa a raddrizzare i torti, proteggere i deboli, insegnare a tutti l’amore per una via casta, leale, onesta, capace di abbassare “...nell’uomo il suo orgoglio e di insegnargli alti pensieri, desiderio di amore per la verità e tutto quel che fa di un uomo un UOMO”.  Considerandolo specchio di Cristo Salvatore i suoi compagni in coro canteranno: “Il Re seguirà Cristo e noi il Re”.
Cos'è un mago? Non è uno che sia semplicemente in grado di fare della magia, ma qualcuno capace di provocare una trasformazione. Un mago può trasformare la paura in gioia, la frustrazione in soddisfazione. E’ capace di attuare la metamorfosi delle nostre caratteristiche più grette: odio, ignoranza e vergogna, in quanto esiste di più prezioso: Amore e Soddisfazione. Quindi chiunque sia capace di insegnare a diventare una persona libera e piena d'amore è per definizione un mago. Il sentiero del mago non ha un collocamento temporale: è ovunque e in nessun posto. Appartiene a tutti e nessuno.
Un giorno un discepolo si recò da un grande maestro e chiese: “Perché mi sento così oppresso interiormente, come se volessi mettermi a urlare?Il maestro rispose: “Perché è così che si sentono tutti.”
Tutti desideriamo espanderci in amore e creatività, esplorare la nostra natura spirituale, ma spesso qualcosa ci viene a mancare. Ci richiudiamo nelle nostre prigioni.Vi è, però, qualcuno che è riuscito a spezzare i vincoli che rendono così ristretta la vita, affermando che la nostra eclissi è temporanea e ci insegna a trovare il mago interiore. E' eccitante scoprire che non siamo prodotti della costrizione, della precarietà e delle crisi economiche, ma figli del miracolo.
Questa è la verità racchiusa nella grotta di cristallo, come in quella di Betlemme, la realtà profonda che riguarda ognuno di noi e che per troppo tempo è rimasta nascosta:  Il mago è dentro di Noi e desidera una cosa sola, NASCERE.
Vincenzo Salomone

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