sabato 20 febbraio 2010

Il bene ama diffondersi

La Sacra Scrittura si sofferma spesso a considerare l’amore di Dio e non tanto l’amore per Dio.
La cosa più importante, non è dunque che sia l’uomo ad amare Dio, ma che è Dio ad amare l’uomo e lo faccia per primo. “In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio ma è lui che ha amato noi”(I Gv 4,10) e quindi: “Noi amiamo, perché egli ci ha amati per primo”(IGv 4,19).
Sant’Ireneo riflettendo su questo mistero dirà che “Adamo non può sfuggire alle mani di Dio” nel senso che queste mani continuano a modellarci per renderci simili a Lui che è l’Amore: “ O uomo se sei opera di Dio, aspetta la mano del tuo artefice, che fa tutte le cose a tempo opportuno. Presentagli un cuore malleabile e docile e conserva la forma che ci ha dato l’Artista , avendo in te l’acqua che viene da lui per non rifiutare, diventando duro, l’impronta delle sue dita. Conservando questa forma, tu salirai alla perfezione, perché l’arte di Dio nasconderà l’argilla che è in te… Se gli affiderai ciò che è tuo, cioè la fiducia e la sottomissione, riceverai la sua arte e sarai l’opera perfetta di Dio”. Le mani che Tommaso- Didimo ha afferrato perché era stato afferrato da esse, Ireneo le vede all’opera dalla Genesi alla Parusia. Le mani di Dio si erano abituate in Adamo a dirigere, tenere e portare la propria creatura”(Adv. haer., 5,5,1).
Il nostro spirito è tale che normalmente deve stare “esposto” a lungo ad un pensiero perché esso vi lasci un’impronta duratura. Nulla di ciò che lo attraversa fugacemente vi resta veramente impresso e lo trasforma.
Dobbiamo esporci al pensiero dell’amore di Dio, come la terra si espone ogni giorno al sole per ricevere da esso luce, calore e vita.
La Bibbia non fa altro che “narrare l’amore di Dio”, essa ne è come gravida. Gesù è la voce di tutta la Scrittura quando dice “il Padre vi ama”(Gv 16,27). Non importa sapere se Dio esiste, importa sapere se è amore, diceva Kierkegard, e la Bibbia ci assicura proprio questo: Dio è amore. Interroghiamo la Scrittura con un “metodo”: la lettura spirituale. Le parole del N.T. vanno lette alla luce dell’Antico Testamento. Quando l’Apostolo Paolo dice “amati” da Dio, questa parola è ricca dell’amore che Dio ha manifestato a Israele nell’AT. Ci rivolgiamo quindi ai profeti per lasciarci narrare da loro l’amore di Dio. Essi sono i primi “amici dello Sposo”. Dio ci parla del suo amore nei profeti, servendosi anzitutto dell’immagine dell’amore paterno e materno di Dio: “Quando Israele era giovinetto – dice Osea – io l’ho amato: Ad Efraim io insegnavo a camminare tenendolo per mano. Io li traevo con legami di bontà, con vincoli d’amore; ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia , mi chinavo su di lui per dargli da mangiare” (Os 11,1-4) e ancora ascoltando Geremia: “Efraim è il figlio che amo, il mio bambino, il mio incanto!
Ogni volta che lo riprendo mi ricordo di ciò, mi si commuovono le viscere e cedo alla compassione”(Ger 31,20).

Un amore paterno fatto di stimolo, sollecitazione, sicurezza e protezione.
Un amore che ne evidenzia l’accoglienza e la tenerezza. “ Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il frutto delle sue viscere?...”(Is 49,15). “Come una consola un figlio, così io vi consolerò”(Is 66,13).
Nella scrittura troviamo anche un altro tipo di amore: quello sponsale. “Mi ricorderò di te, dell’affetto della tua giovinezza, dell’amore del tuo fidanzamento”(Ger 2,2)… “Perciò ecco, l’attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore”(Os 2,16). “Per un breve istante ti ho abbandonata, ma ti riprenderò con immenso amore”(Is 54,8).
Caratteristica di questo amore è il desiderio: Dio desidera l’uomo!
Un’altra caratteristica è la gelosia.
Dio è un “Dio geloso”: mentre nell’uomo la gelosia è segno di debolezza, perché teme che un’altra persona più forte gli porti via il cuore della persona amata, in Dio è segno di amore e zelo in quanto conosce la debolezza della sua creatura.
Rivelando il suo amore, Dio rivela contemporaneamente anche la sua umiltà.
Dio è veramente mendicante dell’amore. E’ lui infatti che cerca, che cede, che perdona ed è sempre pronto a ricominciare da capo. Dio ama per pura gratuità. Ama perché “il bene ama diffondersi”.
Questo tempo di Quaresima sia pertanto caratterizzato da uno sforzo personale e comunitario di adesione a Cristo per essere testimoni del suo amore.
Gianni Tisti

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