lunedì 27 febbraio 2012

Il silenzio dà valore alle nostre parole


Il quotidiano la Repubblica alcune settimane fa ha realizzato un articolo dedicato al silenzio, questo grande assente nella nostra vita. L’articolo prendeva spunto dall’esperienza che sta portando in giro per il mondo il regista americano David Linch. Il suo progetto ha questo titolo: ”Come fare del silenzio un’arte”.
Riporto alcune sue considerazioni. “Il mondo è diventato una stanza rumorosa.  Un posto tranquillo aiuta a sciogliere le tensioni, qui ritrovi, la sintonia con te stesso” E alla fine dell’articolo il regista terminava dicendo: “L’unico angolo dove trovare un po’ di quiete e dentro noi stessi”. Sempre sullo stesso argomento, la medesima pagina ospitava anche un pensiero di Enzo Bianchi, il priore della comunità monastica di Bose. Riporto alcune sue considerazioni:” Il silenzio non consiste semplicemente nell’assenza di rumore e di parola, ma è una realtà plurale. C’è un silenzio necessario in certi luoghi, e come tale imposto, c’è un silenzio inscritto con segni all’interno della scrittura stessa. C’è un silenzio tra le note musicali. Accanto a questi silenzi funzionali ve ne sono altri negativi. Silenzi che pesano, che rendono inquieti e spaventano silenzi opprimenti.
Di più esistono silenzi complici e pieni di vita, silenzi che dovrebbero essere spezzati dalla forza di un profeta, silenzi di ostilità che paralizzano la comunicazione, silenzi amari di solitudine sofferta.
Vi sono silenzi positivi, irrinunciabili. In primo luogo il silenzio rispettoso quando parla l’altro, ma anche il silenzio scelto nella consapevolezza che c’è un tempo per tacere e un tempo per parlare. Un silenzio particolare è quello dell’amicizia e dell’amore, un silenzio di presenza e di pienezza, in cui il semplice stare insieme è fonte di gioia. Vi è infine il silenzio interiore, nel cuore di ciascuno di noi, per accogliere la presenza degli altri e dell’Altro, Dio”.  Ma perché fare silenzio? Innanzitutto nel silenzio possono emergere energie che si traducono in un’attività intellettuale più feconda; nel silenzio diventiamo più ricettivi, sappiamo meglio ascoltare, vedere, odorare, toccare anche gustare. Lunghe ore di silenzio ci rendono diversi, ci aiutano a guardare dentro di noi, a dimorare con noi stessi e, soprattutto ad ascoltare ciò che ci abita in profondità. Insomma grazie al silenzio impariamo a parlare, grazie  al silenzio le nostre parole trovano forza. Attraverso la pratica consapevole del silenzio possiamo vigilare affinché le nostre parole siano sempre fonte di dialogo e di conoscenza, di consolazione e di pace. Insomma sa parlare chi sa tacere. Concludo augurando a me e a voi, di trovare  in questo periodo di Quaresima durante la nostra giornata spazi per il silenzio…
Buon silenzio e buona Quaresima. Michele Cassano

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